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Aria pulita in classe, nuove direttive.
Misure per prevenire allergie e asma

Gli ambienti scolastici rappresentano un concentrato di fattori di rischio - dalla polvere all'anidride carbonica - vuoi per carenze di progettazione architettoniche, edilizie o a carenze gestionali. Ora la normativa italiana raccomanda una serie di buone pratiche per renderli più vivibili

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Aule polverose e ambienti scolastici insalubri? Arrivano le "Linee di indirizzo per la prevenzione nelle aule scolastiche dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma". Dai prossimi giorni bidelli, capi d'istituto e direttori dei servizi amministrativi - quelli che un tempo erano conosciuti come segretari - saranno chiamati a rispettare - o far rispettare - una serie di buone pratiche per rendere le vecchie aule scolastiche italiane un po' più vivibili. Non è infatti un segreto per nessuno che molto spesso gli ambienti scolastici sono piuttosto inospitali, oltre che sporchi, e per nulla adatti a soggetti delicati, particolarmente predisposti alle allergie e all'asma.

Secondo il decimo rapporto di Cittadinanzattiva, "Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici 2012",  negli ambienti scolastici visitati dall'associazione ambientalista "la polvere è un po' dappertutto". Ma insegnanti e capi d'istituto italiani, nonostante le lamentele di genitori e studenti, finora sono stati impotenti. Adesso però la vita degli otto milioni di alunni che siedono nelle scuole del Belpaese e degli 800mila docenti che vi lavorano dovrebbe migliorare: per tamponare il boom di allergie e casi di asma che si registrano da anni tra i più giovani, per la prima volta la normativa italiana prende in considerazione la qualità dell'aria negli ambienti scolastici.

Raccomandando a bidelli, presidi e segretari -  che devono controllarli - una serie di buone pratiche che possono rendere più vivibili gli ambienti scolastici. Secondo il gruppo di lavoro Gard Italy (Global Alliance against Chronic Respiratory Diseases), che ha elaborato il Programma di prevenzione per le scuole dei rischi indoor per malattie respiratorie e allergiche, "in Europa attualmente oltre un bambino su tre soffre di asma bronchiale o allergie e l'incidenza delle malattie respiratorie aumenta di anno in anno". Inoltre "l'asma e la rinite allergica sono le più comuni malattie respiratorie croniche nei bambini europei".

E "nei prossimi dieci anni le morti totali per malattie croniche ostruttive potranno aumentare più del 30 per cento se non verranno posti in essere interventi adeguati per prevenire/ridurre i fattori di rischio, in particolare l'esposizione a fumo di tabacco, che costituisce il principale fattore di rischio evitabile, l'inquinamento indoor e outdoor, gli allergeni e le esposizioni occupazionali". Anche perché "la scadente qualità dell'aria nelle scuole può determinare seri problemi sanitari tra i bambini che, come è noto, sono più sensibili degli adulti alle conseguenze dell'inquinamento".

Alcuni studi condotti in Nord-Europa hanno dimostrato che l'asma corrente in bambini ed adolescenti risulta associata a numerosi fattori presenti nell'ambiente scolastico, fra cui umidità, muffe, composti organici volatili, formaldeide, allergeni e batteri. Inoltre, gli studi hanno evidenziato anche che una cattiva qualità dell'aria e condizioni microclimatiche non ottimali possono influenzare negativamente la performance scolastica degli studenti. Così, edifici scolastici vecchi, presenza di inquinanti e scarsa igiene portano gli alunni predisposti alle allergie ad aggravare il proprio stato di salute anche tra le mura scolastiche.

"Nelle strutture scolastiche italiane - si legge nel rapporto Gard - si rilevano numerose criticità igienico-sanitarie e di qualità dell'aria indoor, attribuibili a problematiche di tipo ambientale (legate all'aria di insediamento dell'edificio), a carenze progettuali, architettoniche, edilizie o a carenze gestionali", relative alle operazioni di pulizia e manutenzione. Manca, inoltre, una normativa organica e aggiornata volta a disciplinare i requisiti igienici e funzionali degli ambienti scolastici e regole omogenee per il monitoraggio periodico della qualità dell'aria negli ambienti scolastici".  

La situazione in Italia. In Italia, il 59 per cento degli edifici scolastici è stato realizzato prima del 1975. Si tratta cioè di edifici progettati seguendo criteri ormai superati. Alcuni studi sulla qualità dell'aria negli ambienti scolastici sono stati condotti in Toscana, a Udine e in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia e Sardegna. Da questi studi è emerso che i valori più elevati di inquinanti (CO2, Formaldeide e PM2,5) si registravano quando nelle aule erano presenti i bambini. Si è invece registrata un'associazione statisticamente significativa tra il benzene presente all'interno delle aule e l'intensità di traffico automobilistico al di fuori delle stesse.

In un campione di scuole di Udine e Siena "molto frequentemente è stata riscontrata la presenza di umidità, polvere e allergeni di cane e gatto, sia nell'aria che nella polvere". Inoltre, in tutte le aule monitorate, la concentrazione di particelle sottili - M10 - superava la soglia massima di 50 microgrammi per metro cubo di aria. Anche la concentrazione di CO2 superava la soglia massima consentita in quasi tutte le classi. Le aule risultavano poco ventilate - nel 94 per cento dei casi - e in metà delle aule erano presenti miceti (funghi). Nel 94 per cento delle aule si usavano ancora i gessi, che sono fonte di polvere, per scrivere sulla lavagna.

Solo una scuola sorgeva in una zona con traffico limitato e all'interno degli edifici scolastici italiani, inoltre, le concentrazioni di formaldeide (inquinante chimico che si libera nell'aria da mobili, colle adesive, vernici, detergenti per le pulizie degli ambienti e spray mangia polvere, considerato tra le sostanze cancerogene per la specie umana) sono risultate più elevate rispetto alla media delle altre scuole europee, pur rimanendo lontane dai livelli di pericolosità indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Con conseguenze sui bambini piuttosto deleterie: il 30 per cento soffre di rinite allergica e il 20 per cento tossisce frequentemente, anche di notte. Con conseguente aumento dei giorni di assenza da scuola.

Buone prassi. Per migliorare la situazione occorrerebbe controllare periodicamente temperatura e umidità dell'aria, ventilare gli ambienti scolastici adeguatamente per ridurre le concentrazioni di CO2, limitare il traffico veicolare in prossimità delle scuole  e utilizzare prodotti per la pulizia a basso impatto inquinante. Ma non solo. Nelle scuole dovrebbe essere completamente vietato il fumo da sigaretta, ma tutti sanno che gli studenti e qualche docente continuano a fumare. Bisognerebbe evitare di svolgere attività in ambienti in cui sono presenti muffe alle pareti e le pulizie andrebbero effettuate almeno due ore prima che le aule vengano occupate dalle classi. Occorre, infine, assicurare un adeguato sistema di manutenzione dei locali, di ventilazione delle classi e monitorare periodicamente i parametri della qualità dell'aria.
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