Scuola

Scuola, la tecnologia cresce sui banchi:
novità digitali in arrivo a settembre

Mentre l'Ocse sottolinea luci e ombre dellla digitalizzazione degli istituti italiani, il nostro sistema scolastico muove i primi passi verso una presenza maggiore di dotazioni multimediali e cultura dell'informazione. Grazie a un progetto targato Samsung e alla nascita di un'Osservatorio
di MANUEL MASSIMO

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LEZIONI interattive, strumenti multimediali e materiali sempre più a misura di studenti “nativi digitali”. La scuola italiana, negli ultimi cinque anni, sta cercando di modernizzare programmi e didattica all’insegna delle nuove tecnologie: uno sforzo non adeguatamente supportato da risorse finanziarie dedicate che ancora non è ancora riuscito a diffondersi in maniera capillare.

Un recente studio Ocse sul piano nazionale per la scuola digitale sottolinea il ritardo dell’Italia per quanto riguarda le dotazioni multimediali e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: “Un piano ben strutturato" ma "con pesanti vincoli di bilancio”, lanciato nel 2007 e ancora non entrato a pieno regime. Questa la fotografia in chiaroscuro dove le ombre prevalgono sulle luci e il gap didattico/tecnologico dell’Italia rispetto agli altri Paesi Ocse appare in tutta la sua evidenza.

La tecnologia, da sola, non basta a modificare il sistema di apprendimento e le performance scolastiche degli studenti. Ne è convinto Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e tecnologie dell’istruzione presso l’università Cattolica di Milano: “Le tecnologie digitali non servono a modificare deterministicamente gli apprendimenti degli studenti: se inserite nella scuola con un corretto processo servono a destabilizzare le vecchie pratiche didattiche favorendo l’innovazione e la riduzione del gap di cultura tra scuola e sistema sociale; in questo modo, una scuola più vicina al mondo degli studenti e una didattica più efficace e aggiornata finiscono per creare le migliori condizioni anche per gli apprendimenti maggiormente significativi”.

Al ritorno sui banchi, a settembre, il prossimo anno scolastico si aprirà con una novità: lo sbarco in Italia del progetto internazionale Smart Future di Samsung, nato per favorire la digitalizzazione dell’istruzione a partire da un processo di formazione indirizzato in primis agli insegnanti, quindi agli studenti e alle loro famiglie. Carlo Barlocco, senior vice president Samsung Italia, ne illustra gli obiettivi: “Ci stiamo impegnando sempre di più in iniziative per contribuire allo sviluppo sociale ed economico dei territori nei quali siamo presenti. Smart Future rientra all’interno dei questa strategia: quella di creare valore attraverso l’innovazione per migliorare la società e la qualità di vita degli individui”.

Il progetto prevede la realizzazione di classi digitali in circa 300 scuole italiane nel triennio 2103-2015 (le prime 50 entro la fine dell’anno) dotandole di tecnologie digitali interattive e corsi di formazione rivolti ai docenti. Per rendere Smart Future un’iniziativa indipendente, Samsung ha deciso di avvalersi di autorevoli esperti provenienti da diversi ambiti inerenti al mondo dell’educazione e della scuola attraverso la creazione di un Advisory Board che farà da garante per certificare la rigorosità del progetto, valuterà periodicamente le scuole dove attuare l’inserimento di dispositivi digitale e, soprattutto, la tipologia di supporto da offrire agli insegnanti accompagnandoli dalla fase di training allo svolgimento di lezioni digitali nelle classi.

Per favorire il dialogo con il territorio, il progetto didattico/tecnologico si attuerà anche attraverso un Roadshow che partirà a settembre e coinvolgerà 7 regioni entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di coprirle tutte entro il 2015. Sessioni dimostrative nelle scuole per raccontare - a studenti, insegnanti, genitori ed educatori - come può cambiare il modo di apprendere. Perché “imparare digitale” significa accedere a nuovi contenuti, attraverso piattaforme tecnologiche in grado di dialogare fra loro per coinvolgere attivamente gli studenti nel processo formativo e per svilupparne le competenze. Ambienti educativi integrati e personalizzabili in base alle necessità per offrire un’esperienza più ricca e stimolante rispetto alla classica lezione frontale e alla didattica tradizionale basata solo sul cartaceo.

Presso il Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia) della Cattolica sarà costituito un Osservatorio sui media digitali a scuola - diretto dal professor Rivoltella con il coordinamento scientifico del professor Pierpaolo Limone - che si occuperà di svolgere un’indagine quali-quantitiva (questionari, osservazione partecipante, interviste e focus group) per fare il punto sulla digitalizzazione della scuola e monitorare l’impatto dei nuovi strumenti tecnologici sul processo di apprendimento, sulla formazione degli insegnanti e sui percorsi didattici rivolti agli studenti “nativi digitali”.
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