Vai ai contenuti
  • nel sito
  • in Dove viaggi
  • in Corriere Annunci
  • nel Dizionario
  • nell'Archivio storico
vai cancel

A MILANO E IN LOMBARDIA

La rivolta contro il caro mense

Il Codacons: ingiusto vietare la schiscetta da casa

A MILANO E IN LOMBARDIA

La rivolta contro il caro mense

Il Codacons: ingiusto vietare la schiscetta da casa

Le mense scolastiche sono troppo costose? Lasciateci portare la schiscetta da casa. Comincia dalla Lombardia lo sciopero delle famiglie contro il caro-pasto a scuola: prima a Legnano, poi a Milano, è scoppiata la rivolta per sostenere il diritto degli studenti di portarsi i pasti da casa, risparmiando così almeno 500 euro all’anno.

LA CRISI MORDE - «In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, non possiamo più permetterci cifre come quelle imposte dalle mense», spiega il presidente del Codacons Milano Marco Donzelli, che ieri ha dato il via ufficiale alla protesta diffidando l’ufficio scolastico territoriale del Comune di Milano affinché non impedisca ai ragazzi di portarsi i pasti da casa e consumarli nel refettorio comune oppure in classe. «Così come avviene ormai nella quotidianità di tutti gli uffici in cui per risparmiare ognuno si porta da casa la cosiddetta schiscetta per mangiare, lo stesso deve poter avvenire nelle mense scolastiche», spiega Donzelli, che ricorda: «Quando ci sono gli scioperi o le assemblee, i ragazzi possono consumare i pasti casalinghi. Anche ai vegani o ai ragazzi con diete speciali viene concesso. Perché non dovrebbe essere permesso anche per aiutare le famiglie in difficoltà economica costrette a pagare cifre esorbitanti per cibi spesso precotti, che nel 30% dei casi finiscono nella spazzatura?».

CONTRO MILANO RISTORAZIONE - Il dito è puntato contro Milano Ristorazione, la società che dal 1° gennaio 2001 gestisce la ristorazione scolastica. Milano Ristorazione è interamente di proprietà del Comune di Milano: il capitale sociale infatti è detenuto per il 99% dal Comune del capoluogo lombardo e per l’1% dalla SOGEMI SpA (società partecipata e controllata dal Comune di Milano). Il che significa che il Comune è sia cliente che controllore e garante della società di gestione. Con conseguenze spesso spiacevoli, tant’è vero che la società è già stata portata in tribunale proprio dal Codacons per una serie di inadempienze rispetto al contratto di servizio: dai cibi immessi nel menù (come la carne macinata e la pizza, non previsti dal capitolato), alla plastica usata al posto del vetro per riscaldare e conservare certi alimenti, fino alla mancata corrispondenza tra età e porzioni servite, come se un ragazzo di 14 anni potesse nutrirsi con le stesse quantità di un bambino di 4 anni.

LA GIUNGLA DEI COSTI - Attualmente il costo massimo per la mensa è di 680 euro all’anno per le scuole dell’infanzia e di 544 euro per le primarie, per le famiglie che hanno un reddito Isee superiore ai 27 mila euro annui, ma poi ci sono fasce di costi più basse per le famiglie più disagiate. «In media paghiamo 5 euro per un pranzo di massa somministrato: un costo assurdo, soprattutto perché a forfait, che non tiene conto dei giorni di malattia, di sciopero, di nevicata», spiega Donzelli, pronto ad andare avanti ad oltranza con lo sciopero della mensa per ottenere prezzi più idonei.

IL CASO LEGNANO - Come succede a Legnano, dove il costo medio del pasto è lievitato quest’anno a 6,15 euro, con una tariffa di 6,50 per chi non è residente e quindi non può presentare l’Isee al Comune: anche qui da qualche giorno è scattato lo sciopero del refettorio e i ragazzi fanno «pic-nic» a scuola, portando i cibi da casa, e boicottando i pasti della Pellegrini, la società che somministra circa 3000 pranzi al giorno nelle scuole del Comune alle porte di Milano. «Nel costo del pasto sono riusciti a inserire persino il costo dell’ammortamento del nuovo centro di cottura, quello del personale e quello dell’illuminazione del refettorio», sbotta Olindo Torraca, che da presidente del comitato mensa, addetto al monitoraggio dei pasti scolastici, è diventato anche presidente del comitato Agorà, contro il caro tariffe. «Siamo partiti con 420 amici, ora siamo più di mille, e siamo intenzionati ad andare avanti fino a che il sindaco non avrà ridotto il costo del pasto ad una tariffa dignitosa, che secondo noi è di 4 euro e 67 centesimi».

FASCE ISEE - Anche a Legnano in realtà esistono le fasce Isee, ma l’80% delle famiglie rientra nella categoria più alta, e quindi finisce per pagare costi diventati ormai proibitivi con la crisi dilagante. Per non parlare delle centinaia di famiglie che ufficialmente sono residenti in comuni limitrofi, come Cerro o Castellanza, ma mandano i figli a scuola a Legnano: «Una strada fa la differenza per la residenza: e ci si ritrova a pagare 13 euro al giorno per due figli a scuola, assurdo per chi guadagna mille euro al mese», spiega Torraca. Che ha già chiesto e ottenuto dalla Asl Milano 1 il permesso per i ragazzi di mangiare a scuola: «Non ci sono problemi igienico sanitari, anzi: ci hanno solo dato indicazioni su come confezionare i pasti a casa, ad esempio dando ai ragazzi un secondo con le verdure e il pane anziché la pasta che rischia di diventare immangiabile dopo qualche ora”. I pasti fai da te proseguiranno almeno fino al 3 ottobre, data dell’incontro fissato con l’amministrazione comunale per affrontare la questione. La protesta per le mense scolastiche rischia comunque di allargarsi in tutta Italia.

BOLOGNA, TORINO, ROMA - A Bologna il coordinamento delle commissioni mense scolastiche ha già annunciato battaglia contro le nuove tariffe che tengono conto delle assenze dei ragazzi, ma che di fatto penalizzano gli studenti che vanno sempre a scuola, con rincari dal 7 al 15%. Ritocchi all’insù che vanno a pesare su una base di partenza già tra le più costose d’Italia: nella fascia alta prima si pagavano 1.023 euro all’anno, ora diventano 1.135 senza assenze, 1.046 con il 10% di assenze e 993 euro con il 16%. Nella fascia bassa si passa dalla mensa gratuita a un centinaio di euro l’anno. «Prepareremo il pasto da casa», minacciano le famiglie. A Torino una dozzina di genitori del Coogen ha distribuito la settimana scorsa tramezzini e una cassetta per le offerte ai consiglieri comunali durante la seduta della commissione scuola che sta varando la rimodulazione delle tariffe dei pasti scolastici. A Rocca di Papa, in provincia di Roma, il 24 settembre i genitori sono scesi in piazza con cartelloni e fischietti per protestare contro il raddoppiamento delle tariffe della mensa, al grido di «Ve sete mangiati pure la mensa dei bambini». Ed è facile immaginare che il movimento possa allargarsi alla capitale, dove, dopo il nuovo bando comunale, le tariffe vanno dai 30 ai 100 euro al mese.

L'ALLARME DI SAVE THE CHILDREN - Del resto, che le tariffe scolastiche presentassero fin troppe differenze da un Comune all’altro, creando disparità evidentissime nell’accesso, lo aveva rilevato Save the children qualche mese fa: nel rapporto presentato a maggio, realizzato sulla base di dati di 36 comuni sparsi tra il Nord e il Sud Italia, non c’è un comune uguale all’altro e una mensa uguale all’altra. Variano i requisiti per l’accesso, le riduzioni o le esenzioni dalle rette, cambiano le fasce Isee, vengono modificati i parametri per la contribuzione. In Comuni come Parma o Palermo per esempio l’esenzione dal pagamento della quota di contribuzione al servizio non è prevista in alcun caso. In altri comuni, pur essendo prevista, non sono omogenei né i criteri né la soglia di accesso: si va da un tetto Isee di 0 euro a Perugia ad un tetto Isee di 8.000 euro a Potenza; inoltre alcune città prevedono l’esenzione per famiglie appartenenti a categorie particolarmente svantaggiate, come i rifugiati politici a Genova o i nuclei di origine rom a Lecce. Rispetto alla contribuzione si registrano differenziali consistenti da città a città: a Napoli ad esempio la tariffa massima mensile di 68 euro (con un Isee superiore a 18.750 euro) è in ogni caso più bassa della tariffa minima mensile di 66,50 euro richiesta Brescia (con un Isee inferiore a 16.840 euro).Tra quelli mappati, solo 5 Comuni - Verona, Parma, Pisa, Bari, Sassari - hanno attivato delle misure di sostegno all’impoverimento delle famiglie legato o alla numerosità dei figli o alla perdita del posto di lavoro. In 11 comuni - Brescia, Adro, Udine, Padova, Verone, Pescara, Perugia, Pisa, L’Aquila, Campobasso, Lecce - si segnalano inoltre alcune cattive prassi, come la richiesta del requisito della residenza per l’accesso all’esenzione o alla riduzione della contribuzione. E c’è un’altra prassi, venuta anche più volte alla ribalta delle cronache: in diversi comuni italiani, come Brescia, Ancona, Salerno e Palermo, se i genitori non pagano, non vengono ammessi alla mensa. Senza soldi, non si mangia.

(modifica il 27 settembre 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valentina Santarpia
COMMENTA
Expression correlations.relatedDocument.collection is undefined on line 3, column 14 in primopiano_correlati.ftl. The problematic instruction: ---------- ==> if-else [on line 3, column 9 in primopiano_correlati.ftl] ---------- Java backtrace for programmers: ---------- freemarker.core.InvalidReferenceException: Expression correlations.relatedDocument.collection is undefined on line 3, column 14 in primopiano_correlati.ftl. at freemarker.core.TemplateObject.assertNonNull(TemplateObject.java:124) at freemarker.core.ComparisonExpression.isTrue(ComparisonExpression.java:121) at freemarker.core.IfBlock.accept(IfBlock.java:80) at freemarker.core.Environment.visit(Environment.java:196) at freemarker.core.MixedContent.accept(MixedContent.java:92) at freemarker.core.Environment.visit(Environment.java:196) at freemarker.core.IfBlock.accept(IfBlock.java:82) at freemarker.core.Environment.visit(Environment.java:196) at freemarker.core.MixedContent.accept(MixedContent.java:92) at freemarker.core.Environment.visit(Environment.java:196) at freemarker.core.Environment.process(Environment.java:176) at freemarker.template.Template.process(Template.java:232) at it.rcs.mperience.crawler.html.HtmlRendering.render(HtmlRendering.java:46) at it.rcs.mperience.crawler.html.HtmlRendering.render(HtmlRendering.java:30) at it.rcs.mperience.crawler.html.HtmlContentManager.doRender(HtmlContentManager.java:218) at it.rcs.mperience.crawler.html.HtmlContentManager.createMainContent(HtmlContentManager.java:338) at it.rcs.mperience.crawler.html.HtmlContentManager.createHtmlContent(HtmlContentManager.java:95) at it.rcs.mperience.crawler.core.CrawlingImpl.process(CrawlingImpl.java:230) at it.rcs.mperience.crawler.core.CrawlingImpl.access$000(CrawlingImpl.java:61) at it.rcs.mperience.crawler.core.CrawlingImpl$WorkerThread.run(CrawlingImpl.java:339) at java.util.concurrent.Executors$RunnableAdapter.call(Executors.java:511) at java.util.concurrent.FutureTask.run(FutureTask.java:266) at java.util.concurrent.ThreadPoolExecutor.runWorker(ThreadPoolExecutor.java:1142) at java.util.concurrent.ThreadPoolExecutor$Worker.run(ThreadPoolExecutor.java:617) at java.lang.Thread.run(Thread.java:745)
multimedia

OGGI IN scuola >

Leggi i contributi SCRIVI

 

voto data

carica altri contenuti
PIÙletti