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Editoriali

luca zaia 2015 02 15

In Veneto apertura straordinaria delle strutture contro le liste di attesa. La nostra intervista al Presidente della Regione Zaia.
Come nasce questa iniziativa delle aperture fuori dagli orari classici?
R. Pensando (e lo facevo da tempo) agli interessi di cittadini. In Veneto siamo bravissimi a curare, un po’ meno nella fase precedente, che è quella delle visite e delle diagnosi.
E’ così nata l’idea dagli ospedali aperti di notte per sfruttare al meglio i grandi macchinari come Tac e Rmn e offrire al cittadino un’alternativa agli orari diurni con un doppio obiettivo: abbattere le liste d’attesa e creare le condizioni migliori per chi lavora e non deve chiedere permessi. Non dimentichiamo poi che di sera non ci son problemi di traffico e parcheggi e anche questo è un fattore molto gradito dalla gente.

 

Come si accede?
R. Come per tutte le altre prestazioni: telefonando al Cup e chiedendo un orario serale o festivo. Lo stanno facendo in moltissimi

Può darci una idea dei risultati che avete raggiunto sino ad oggi?
R. Il gradimento della popolazione è tra il 90 e il 100% e questo è il primissimo motivo di soddisfazione. Le prenotazioni nei vari ospedali sono oramai migliaia. Tra poco faremo un primo step statistico, ma sarà sicuramente molto favorevole, ci scommetto.

Secondo lei, questa iniziativa è replicabile in altre Regioni?
R. Assolutamente sì. Per finanziarla non abbiamo messo le mani nelle tasche dei cittadini con addizionali Irpef o balzelli vari, ma utilizzato economie fatte nella gestione dei fondo sanitario e utilizzando gli strumenti contrattuali in vigore con le categorie di lavoratori e medici.

Quanto costa aprire queste strutture la sera e nel week end? E il saldo costi/benefici è positivo?
R. Secondo i nostri calcoli si tratta di 25-30 milioni l’anno, ma monitoreremo i costi cammin facendo. Ripeto però: nessun aggravio per le tasche dei cittadini!

Perché le liste di attesa continuano a rappresentare una emergenza?
R. per molti motivi: il primo è che sono aumentate fortemente le possibilità di diagnostica strumentale e molto spesso, nell’incertezza, il medico di base ordina un approfondimento con esami e visite specialistiche. E’ il progresso delle scienza che mette a disposizione nuove e migliori occasioni di diagnosi. Bisogna saperlo gestire.

La Regione Veneto come intende affrontare la prossima adozione della Direttiva sulle cure transfrontaliere del prossimo 5 dicembre?
R. Naturalmente porta aperte sia a chi vuole andare all’estero, sia a chi vuole venire da noi. Il sistema sanitario Veneto è comunque in grado di fare ottima attrazione con le suee molte eccellenze. Il nostro asso nella manica sarà però il nuovo ospedale di Padova, che nascerà come vero e proprio Policlinico Universitario di caratura internazionale, con le migliori professionalità, macchinari, ricerca e cura.

Come vede la mobilità da e verso altri Paesi europei? Crede che il nostro Paese sia davvero pronto ad affrontare la concorrenza degli altri Paesi?
Non è un mistero per nessuno che la qualità e le capacità gestionali della sanità italiana sono a macchia di leopardo. Di sicuro un tedesco non andrà a farsi curare all’ospedale di Locri….ma sono certo che prenderà in alta considerazione strutture e cure del Veneto. La nostra sfida è però anche quella di evitare che nostri assistiti vadano all’estero. La si vince offrendo qualità e modernità dell’assistenza ed è quello che stiamo facendo con il nuovo Piano Sociosanitario.

Nella sua Regione quali sono i luoghi per la partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni? Come avviate un processo di confronto con i cittadini?
R. Dialogare con i cittadini, ascoltare le loro istanze e cercare di tradurle in atti amministrativi è il lavoro che abbiamo iniziato sin dal primo giorno della legislatura. A volte ci si risece, altre no, ma ci si prova sempre!

Le organizzazioni di pazienti affetti da malattie croniche lamentano delle difficoltà al livello regionale nell'ottenere i farmaci innovativi, anche se approvati dall'Ema e dall'Aifa. Come affronterete queste difficoltà di accesso?
R. Ordinerò immediatamente una verifica con i nostri uffici per vedere se può esserci qualche pecca da parte nostra. Ma credo che le scelte commerciali, peraltro legittime, di alcune case farmaceutiche no sia estraneo a tutto questo.

 

Ringraziamo il Presidente Zaia per aver risposto a tutte le domande di Cittadinanzattiva, e averci dato la possibilità di inaugurare questo ciclo di interviste che alterneremo a dei “faccia a faccia” con i nostri segretari regionali.

Restano però delle domande a cui speriamo di poter rispondere in futuro con dei dati certi e misurabili. Anzitutto, ci piacerebbe che fossero attivati dei luoghi stabili e ufficiali di confronto, analisi e decisione con i cittadini e le associazioni di tutela, come l’organismo paritetico di valutazione dei volumi di attività intramoenia/pubblico, per fare un esempio. Questo per evitare che il tutto sia rimesso solo alla buona volontà di dirigenti e Presidenti di Regione.

Anche la valutazione del gradimento da parte della popolazione di questa iniziativa, di cui non abbiamo motivo di dubitare, ci lascia però perplessi poiché non sappiamo sulla base di quali analisi sia stata condotta. Renderla trasparente sarebbe per noi molto importante e indice di una amministrazione che davvero voglia fare la differenza.

Per quanto riguarda i risultati attesi da questa importante iniziativa sulle aperture straordinarie, restiamo in attesa delle verifiche di cui parla il Presidente Zaia, e monitoreremo con attenzione gli esiti per i cittadini.

E’ anche molto importante che il Presidente annunci una verifica sui tempi di immissione dei farmaci innovativi nel prontuario regionale. Speriamo che il tutto avvenga in tempi stretti, e restiamo sin da ora disponibili  a rendere pubblici gli eventuali esiti.

A.C.

 

Alessandro Cossu

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