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Esteri

Le vittime innocenti dell'estremismo: i bambini e l'Islam

ASSOCIATED PRESS
ASSOCIATED PRESS 

Ieri mattina, in tutto il mondo, le madri davano un bacio ai loro figli per salutarli mentre se ne andavano a scuola, come ogni giorno, serene del fatto che sarebbero stati al sicuro, nella loro classe e nell'area giochi.

Ieri pomeriggio, in tutto il mondo, i bambini sono corsi a casa entusiasti. Credo che la routine sia più o meno la medesima in parecchie case. Mollati gli zaini, le attrezzature sportive e i cappotti, li si sente strepitare quella solita domanda: "Mamma, possiamo uscire a giocare?".

Con la solita risposta: "Prima il pranzo!".

Una routine consolatoria; una cosa che diamo per scontata: un pranzo affrettato, il racconto della giornata, e a tavola l'occasionale battibecco.

Ieri 132 bambini che erano andati a scuola a Peshawar, in Pakistan, a casa non ci son tornati.

Oggi, le braccia delle loro madri non hanno nessuno intorno a cui stringersi. I cuori dei loro padri si dolgono. Un'intera nazione piange. E un mondo attonito mette l'Islam sul banco degli imputati, mentre i signori della guerra talebani si vantano della propria vigliacca rappresaglia su di una scuola.

Nella giornata di ieri c'erano anche quindici alunni di una scuola in Yemen fra quelli che non sono tornati a casa. Un'autobomba ha investito lo scuolabus a bordo del quale viaggiavano. Ieri notte i loro genitori non hanno potuto rimboccargli coperte; li hanno dovuti seppellire.

Quanto preziosi ci paiono adesso quegli ultimi baci e quei saluti?

Non dimentichiamoci inoltre del fatto che ogni giorno, fra la Siria e l'Iraq, quelli che hanno la fortuna di poter andare a scuola, sul tragitto e in classe affrontano comunque dei rischi. Solo due mesi fa ad Homs quarantuno bambini sono stati uccisi mentre studiavano, in seguito all'esplosione di due ordigni gemelli.

Per non parlare di quelle alunne nigeriane rapite da estremisti irreligiosi per il semplice fatto di voler imparare.

Atrocità di questo genere per noi sono difficili da elaborare; risultano semplicemente incomprensibili. Personalmente non ho delle risposte; ho solo delle domande.

Da quand'è che i bambini sono diventati un bersaglio lecito da parte degli elementi più radicali? Da quand'è che i trattati internazionali per la tutela dei diritti umani concepiti per proteggere i bambini hanno smesso di rivestire alcuna importanza? Da quand'è che il ritorno quotidiano da scuola di un bambino è diventato qualcosa da festeggiare? Per quanto ancora i bambini dovranno pagare il prezzo dell'estremismo?

L'Islam, il mio Islam, l'Islam di 1,6 miliardi di credenti condanna l'uccisione dei bambini. È una religione di pace, tolleranza e misericordia. Celebra i bambini in quanto dono di Dio. Ragion per cui, quando gli estremisti uccidono in nome dell'Islam, non fanno altro che distorcere la nostra sacra religione; aggrediscono i nostri valori fondanti; e dirottano l'identità della maggioranza moderata.

Non è stato l'Islam a uccidere quei bambini, ieri. Son stati mostri malvagi e depravati.

L'hanno fatto per spaventarci, per dividerci e per gettare i semi dell'odio e della sfiducia. Non dobbiamo lasciarglielo fare.

Non ci sono parole per consolare i genitori, distrutti, di quei bambini innocenti. È troppo presto. Ma possiamo stare dalla loro parte con la nostra solidarietà, indipendentemente dall'etnia o dalla religione. E possiamo impegnarci con più forza come una famiglia globale per proteggere i nostri figli. Così che quando escono dalle nostre case al mattino noi sapremo, e loro sapranno che alla fine della giornata torneranno fra le nostre braccia.

(Traduzione di Stefano Pitrelli)

Questo blog e le relative foto sono stati originariamente pubblicati su The Word Post ed è stato tradotto dall'inglese.

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