Al via la nuova anagrafe dell'edilizia scolastica

Dopo 18 anni di attesa e un ricorso perso al Tar, il Miur ha finalmente avviato l'aggiornamento del database delle oltre 40mila scuole italiane. Tra i punti critici la sicurezza sismica degli edifici che è stata al centro della nostra inchiesta #scuolesicure

(Foto:  Flickr-CC/Patrik Tschudin)
(Foto: Flickr-CC/Patrik Tschudin)

È arrivato ieri, 27 novembre, il via libera definitivo per il Sistema Nazionale delle Anagrafi dell’Edilizia Scolastica (Snaes). Nella riunione della Conferenza Unificata Stato-Regioni è stato infatti approvato l’accordo che consentirà alle Regioni, a partire dal prossimo lunedì, 1 dicembre, di inserire in un’apposita piattaforma informatica tutti i dati relativi al patrimonio edilizio scolastico di competenza degli Enti locali.

Un’anagrafe che si attende da 18 anni e su cui si è consumata anche una battaglia al Tar tra il ministero e l’associazione CittadinanzAttiva proprio per quanto riguarda l’accesso pubblico e la trasparenza all’anagrafe e relativi finanziamenti in tema di edilizia alle scuole.

Il tema è tornato di attualità in seguito all’approvazione del programma per l’edilizia scolastica del governo Renzi, che ha lasciato non pochi dubbi sulla reale necessità degli interventi delle scuole.

Lo Snaes ha l’obiettivo di censire le strutture scolastiche per avere un quadro definitivo dello stato degli istituti. Impensabile che fino a oggi non sia stato possibile eppure è così, come abbiamo documentato su Wired nell’ambito dell’inchiesta #scuolesicure.

«Per decidere è necessario conoscere. Avere i dati è un passaggio fondamentale per pianificare le azioni e gli investimenti e per intervenire in modo più puntuale e mirato», ha dichiarato l’attuale sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, e i dati sono importanti quanto la trasparenza e la loro fruibilità per le quasi dieci milioni di persone che gravitano nel mondo della scuola tra studenti, insegnanti, operatori e genitori. Tutti soggetti interessati allo stato edilizio delle strutture scolastiche, ma che fino a oggi, e presumibilmente ancora per qualche tempo, non hanno ricevuto risposte in tal senso.

Tanti i punti critici che l’Anagrafe potrebbe non certo risolvere in un baleno, ma almeno chiarire. In particolare per sapere quanti sono gli edifici che fanno parte del patrimonio scolastico italiano (una scuola può avere più edifici), la sicurezza sismica delle scuole e soprattutto, questo dato ancora più importante per le scuole potenzialmente fuori dalle zone sismiche, la stabilità e la sicurezza degli elementi non strutturali, oltre al possesso o meno da parte degli edifici scolastici di un certificato di idoneità statica.

Da Lunedì dunque parte l’immissione dei dati da parte degli enti locali che arriveranno poi al ministero. Tuttavia i tempi non sembrano essere brevi: emerge dalla Conferenza Unificata che sei Regioni, nonostante un primo approccio sull’Anagrafe avvenuto a febbraio scorso, siano già in ritardo sulla trasmissione dei primi dati. Al momento sono ancora al palo Sicilia, Sardegna, Lazio, Basilicata, Molise, e Campania. Dal Miur sui sei ritardatari si parla già di una trasmissione «nei prossimi mesi». Chi pensava ad una operazione-lampo rimarrà deluso.

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