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Mentre in Italia partono le sperimentazioni di scuole superiori con percorsi più brevi

Un anno in meno di liceo: i dubbi della Germania

Otto o nove anni di secondaria? I ragazzi: «Con i percorsi più brevi, uno stress enorme»

Mentre in Italia partono le sperimentazioni di scuole superiori con percorsi più brevi

Un anno in meno di liceo: i dubbi della Germania

Otto o nove anni di secondaria? I ragazzi: «Con i percorsi più brevi, uno stress enorme»

La Merkel in visita a un liceo (Ap)La Merkel in visita a un liceo (Ap)

Se quattro anni vi sembran pochi, guardate a quel che succede nel mondo. Uscire dal sistema scolastico a 18 anni, anziché a 19, sembra il naturale adeguamento al mercato globale dell’istruzione. Il liceo dura 4 anni in Spagna, Francia, Inghilterra, Stati Uniti. E’ così in India, Canada, Cina, Australia. In Italia, d’altronde, il modello high school - quattro anni di studio anziché cinque -era già nella mente del ministro Berlinguer (che in verità ipotizzava un iniziale ciclo unico di sette anni seguito da cinque anni di superiori); poi ripreso dalla Moratti, che incominciò con l’allungare la strada dell’università portandola, con il «3+2», da quattro a cinque anni. Nello scorso mese di marzo fu l’ex ministro Profumo ad annunciare ai sindacati l’intenzione di accorciare il curriculum scolastico.

I QUATTRO ANNI - Ora, Maria Grazia Carrozza, dando il via alla sperimentazione del liceo internazionale per l’Impresa Guido Carli, di Brescia - è tornata a parlare della possibilità di ridurre il percorso di studio degli alunni italiani da 13 a 12 anni, eliminando un anno di liceo. E ha detto: «Se ci fosse stata quando ero studentessa, anch’io mi sarei iscritta a una scuola come la vostra. Si tratta di un’esperienza che dovrebbe diventare un modello da replicare in tutta Italia, anche per la scuola pubblica». Subito è partita la polemica: l’Anief - associazione sindacale che tutela i precari della scuola - ha lanciato l’allarme per l’impatto che l’accorciamento del percorso liceale da 5 a 4 anni avrebbe sugli organici del personale e sulle prospettive di assunzione dei precari in questo settore. Nè il riferimento ad altri paesi è di per sé sufficiente a legittimare la bontà della proposta. Che, in mancanza di motivazioni pedagogico-didattiche si regge soprattutto sulle ragioni delle imprese (anticipare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro) e su esigenze di risparmio.

I DUBBI DELLA GERMANIA - Intanto l’esperimento è partito, oltre che a Brescia, in altri due licei della Lombardia, ponendo l’obbligo di una riflessione. Anche perché in Germania il consenso intorno alla riforma che negli ultimi anni ha portato gli anni di studio da 13 a 12, scricchiola: «Un percorso troppo breve per garantire una crescita culturale graduale degli alunni - dice Heinrich Hachmoeller, dirigente della Scuola tedesca di Milano, una delle tre scuole germaniche in Italia (con Roma e Genova), che segue i programmi tedeschi, dall’asilo al liceo, fino alla doppia maturità: tedesca e scientifica italiana. «Nel 2011 abbiamo concluso la conversione dei nove anni scolastici agli otto anni, con la doppia maturità, e integrato i nuovi curricula», dice il preside, spiegando che il passaggio dal vecchio percorso («G9»), al nuovo, più breve «G8», sarà a regime nel 2017.

GYMNASIUM PIÙ CORTO - La riforma riguarda il Gymnasium, uno dei tre canali di studi secondari (insieme alle scuole professionali e al sistema «duale», che prevede formazione pratica in azienda e formazione teorica ). I Länder hanno cominciato a ridurre gli anni di Gymnasium da 9 a 8 - di norma a partire dal quinto anno, creando un doppio binario, per gli anni di transizione per cui ogni Land si trova a gestire doppi esami di Stato («Abitur», l’equivalente della nostra maturità) al termine dei due percorsi , di 9 e 8 anni. Il dibattito che ha accompagnato l’avvio della riforma si è riacceso: i «ragazzi del G8» e le loro famiglie «soffrono di uno stress enorme , lamentano di non aver più tempo per attività culturali sportive, sociali fuori dalla scuola» - dice Gisella Lange, consigliera del Miur per l’internazionalizzazione. E questo perché «la riforma non è stata accompagnata da un ripensamento dei curricola: i programmi sono rimasti sostanzialmente invariati, ma è aumentato il carico orario , anche di quattro ore a settimana».

ALL’UNIVERSITÀ - I problemi si estendono anche all’università: «in un anno si sovrappongono i “maturi” uscenti del G8 e del G9 - prosegue Lange -: in conseguenza le università si trovano di fronte alla doppia cifra di studenti: mancano alloggi, le aule sono sovraffollate e la concorrenza tra ragazzi diventa pesantissima». Nell’Assia è stata varata una nuova legge che dà facoltà alle singole scuole di decidere se mantenere la durata del Gymnasium a otto anni o riportarla a nove. E nella caccia ai nuovi iscritti l’opzione sembra giocare a favore di chi offre più flessibilità. Altre Regioni della federazione stanno pensando di fare marcia indietro. In un paese come la Germania, dove non esiste un solo sistema scolastico ma 16, tanti quanti sono i Länder, le differenze, già enormi, rischiano di aumentare a dismisura. E, paradossalmente, il «vetusto» sistema liceale italiano, di diventare il modello.

(modifica il 26 ottobre 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonella De Gregorio
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