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Editoriali

economia padoan petizione 2015 02 13

Egregio Presidente Renzi, Egregio Ministro dell'Economia che verrai,
essendo ad un punto di svolta importante nel negoziato europeo volto all'introduzione di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) e consapevoli dell'impegno dell'Italia per far avanzare il processo tra gli 11 Paesi Membri aderenti alla cooperazione rafforzata, vogliamo qui richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti che la nostra Campagna, in piena sintonia con le altre campagne europee da molti anni attive su questi temi, considera elementi imprescindibili per definire un efficace disegno per la TTF europea. Il testo su cui vi invitiamo a convergere è dato dalla proposta di direttiva presentata dalla Commissione UE lo scorso febbraio.

Un testo che propone uno schema di tassa decisamente più efficace rispetto all'attuale normativa italiana e che risponde all'intento originario della misura di scoraggiare comportamenti speculativi sui mercati finanziari. La tassa permette anche di recuperare risorse per il rilancio delle politiche occupazionali e sociali a livello nazionale, nonché per onorare impegni internazionali dichiarando fin d'ora la destinazione di una percentuale di gettito per le politiche di lotta alla povertà globale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

A questo fine è fondamentale che in fase negoziale si salvaguardi:
- l'applicazione della tassa alla più ampia base imponibile: alle azioni, alle obbligazioni (tra cui i Titoli di Stato scambiati sul mercato secondario), a tutti gli strumenti derivati, ai prodotti strutturati e alle operazioni realizzate intra-gruppo o da intermediari finanziari inclusi hedge fund e altri soggetti a maggiore vocazione speculativa. La tassa sulle transazioni deve inderogabilmente intercettare tutti i derivati, inclusi quelli con sottostante i titoli di Stato, onde evitare che risulti più conveniente speculare sui derivati sui Titoli di Stato rispetto agli altri derivati che sono sottoposti a tassazione;
- l'applicazione del doppio principio di residenza e di emissione del titolo come misura di contrasto all'evasione della tassa;
- l'applicazione dell'imposta alla singola operazione e non al saldo netto di fine giornata. Di particolare interesse mantenere la previsione per cui sono sottoposte al prelievo fiscale anche le transazioni modificate o cancellate che si configurano come una vera e propria manipolazione del mercato per fini speculativi.

Le nostre raccomandazioni sono suffragate da autorevoli e approfondite analisi su cui siamo disponibili ad aprire un confronto nel merito. Facciamo notare in particolare che l'applicazione della tassa a titoli pubblici sul secondario non avrebbe alcun effetto negativo sul costo del debito quanto, piuttosto, alcuni potenziali effetti positivi (1).

Non celiamo la nostra preoccupazione per un compromesso che possa, in fase negoziale, abbassare le ambizioni iniziali, ispirandosi a modelli di tasse nazionali come quelli italiano o francese che hanno già dimostrato di avere un impianto talmente debole da risultare del tutto inefficace.

Né è ammissibile cedere alle pressioni esercitate dalle lobby finanziarie. Pressioni autolesioniste perché indirizzate contro un'iniziativa che riduce l'appetibilità di attività che mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza nonchè gli sforzi di risanamento della finanza pubblica. In un recente working paper del Fondo Monetario Internazionale (2) Laeven e Valencia calcolano quest'ultimo effetto, a seguito della crisi del 2007, in un aumento del rapporto debito/PIL di 70 punti percentuali in Islanda e Irlanda e superiore a i 20 punti percentuali in Grecia, Germania, Regno Unito, Belgio e Olanda. Sebbene l'impatto da noi sia stato più contenuto (8%) i rischi sono elevatissimi dati i livelli del nostro debito pubblico e nulla ci assicura che una futura crisi non possa colpirci in modo più significativo. Si stima inoltre che la crisi finanziaria abbia provocato un buco da 65 miliardi di dollari nei bilanci pubblici dei paesi a basso reddito (3).

 

 


L'uso speculativo del denaro è un'attività che si pone in netta antitesi agli sforzi di settori produttivi che determinano un reddito stabile e duraturo nel tempo. Avallarne gli effimeri benefici vuol dire creare pericolose illusioni che spingono singoli ed istituzioni finanziarie a mettere a rischio il benessere di famiglie, comunità ed interi Paesi. Errori che sono già stati ripetutamente commessi e che risultano importanti concause negli attuali scenari di crisi globale.

Confidando in una vostra piena condivisione sugli obiettivi, speriamo fortemente che questo Governo, che si definisce di "svolta", sia pronto a voltare pagina su un tema così importante e a porci al riparo da nuove crisi, compiendo passi coraggiosi e ambiziosi che contribuiscano ad una sempre più urgente e necessaria riforma della finanza. Ora questo negoziato sulla TTF europea può rappresentarne un tassello fondamentale, e non ci sarebbe alcuna giustificazione per deluderne le aspettative. 

Leonardo Becchetti
Portavoce
Campagna ZeroZeroCinque

La lettera oltre alle 50 firme della società civile italiana, ha raccolto altre 240 adesioni di organizzazioni della società civile in 16 Paesi dell'Unione Europea. Scarica la lettera con le firme

Cinzia Pollio

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