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L'abecedario della parità

di ANAIS GINORI
1 minuti di lettura
Da qualche settimana, dieci scuole materne francesi organizzano un nuovo corso di parità. Già a 3 anni, i piccoli sono aiutati a evitare cliché e stereotipi, invertendo ruoli. Ad esempio: "I maschi sono più coraggiosi, migliori in matematica"; "La danza è un'attività per femmine". Il corso si chiama ABCD de l'égalité, un Abc dell'eguaglianza. C'è anche un sito online per aprire un dibattito con insegnanti e genitori.

Tutti uguali? "Rispettiamo le differenze sessuali" ha detto Najat Vallaud-Belkacem, ministra per i Diritti delle Donne, accusata dai più tradizionalisti di voler importare i gender studies nel sistema scolastico nazionale. "Vogliamo che bambine e bambini sappiano che non c'è un destino o una vita predeterminata a seconda del sesso". Variare giochi e colori (non solo rosa e bambole per le bambine, e azzurro e soldatini per i bambini). E ancora. Bisogna lavorare, spiega il governo, sull'immaginario di questi bambini, evitando di mostrare nelle favole principesse infelici sempre in cerca di un principe. Si tratta anche di modificare l'idea che ci sia un futuro professionale a seconda se si nasce con cromosoma X o Y.

Ha ragione la ministra francese: le differenze esistono. In Francia, come in Italia, ormai le ragazze hanno spesso voti migliori dei maschi. Ma i buoni risultati scolastici non si traducono automaticamente nel mondo del lavoro. Colpa, dice il governo francese, di questi cliché e stereotipi che vengono inculcati sin dall'infanzia.

A giugno ci sarà un primo bilancio della sperimentazione. Se sarà positivo, allora il corso di parità verrà esteso a tutte le scuole materne. Ma c'è un dettaglio che preoccupa il governo: il 90 percento dei maestri di asilo sono donne. Anche in questo occorrerà fare progressi di parità, perché sembra che gli uomini stiano alla larga dalle scuole materne, laddove ci sono i più piccoli. Secondo gli ultimi dati, è pure un mestiere che non conosce crisi, ogni anno ci sono migliaia di nuovi posti, soprattutto nel settore privato. Avanti, maestri.
Twitter:@anaisginori