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Antonio Socci libro contro Bergoglio: "Francesco dimentica i cristiani"

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Diversi cardinali avevano votato Bergoglio con la speranza che egli continuasse l’opera di rinnovamento e purificazione intrapresa da Benedetto XVI, che irrompesse nella Curia vaticana e la rovesciasse come un calzino, quasi col fuoco di Giovanni Battista. Invece bisogna amaramente riconoscere che poco e nulla è stato fatto.

Nell’editoriale apparso oggi, mercoledì primo ottobre, su Libero, l’intellettuale e scrittore cattolico Antonio Socci non nasconde la sua delusione riguardo l’operato di Papa Francesco, che ritiene non essere in continuità con quello dei suoi predecessori e non in armonia con i principi del Concilio Vaticano II. Per lo scrittore senese, la scelta, da parte di Papa Bergoglio, di andare a vivere nel residence di “Santa Maria”, è un segnale positivo, un messaggio da apprezzare, ma non è certo come trasferirsi in una parrocchia di borgata.

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Il problema più grande però è il “governo di quella cosa complessa che è il Vaticano e – per esempio – dello Ior, che qualcuno ha pure prospettato di chiudere, non essendo chiara la sua utilità per la Chiesa, ma che Bergoglio non ha chiuso affatto. Al contrario, dicono gli osservatori più informati, Bergoglio ha moltiplicato commissioni, burocrazie e spese”.

Socci si aspettava dal nuovo Pontefice una ventata di rigore morale, in continuazione con le denunce e le battaglie del “grande Joseph Ratzinger”, e non perdona a Bergoglio la riluttanza nell'affrontare le questioni etiche, come avevano fatto eroicamente i suoi predecessori, “contrastando culturalmente quella rivoluzione dei rapporti affettivi che distrugge ogni serio legame e ha lasciato tutti più soli e infelici, schiavi dell’istinto”.

A pagare il prezzo della nuova linea di Papa Francesco sono, per il giornalista, i “buoni cattolici”, che rappresentano il cuore della fede, gli ortodossi che vivono la povertà, la castità, la preghiera e la carità, e che vedono gettata alle ortiche la retta dottrina cattolica. Papa Bergoglio “si scaglia proprio contro chi usa un linguaggio ortodosso, perché così non corrisponderebbe al Vangelo: cosa mai vista e mai sentita in tutta la storia della Chiesa”, come l’affermazione secondo cui “se uno non pecca non è uomo” che è, secondo Socci, sconcertante e nega l’umanità di Gesù e Maria, i quali furono esenti dal peccato e per questo rappresentano il modello ideale. Si sperava che si soccorressero le vittime più indifese e inermi nelle periferie più sperdute del mondo, invece non è stata spesa una parola per i cristiani vittime della violenza jihadista in Iraq e Siria. Il Papa si è limitato a rilasciare polverose dichiarazioni, non rivolgendosi mai verso il mondo islamico, mai condannando il terrorismo di matrice islamista, ignorando le comunità cristiane in medio oriente e gli appelli dei patriarchi.

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“Bergoglio è stato cauto e reticente, barcamenandosi senza esporsi. Siamo sicuri che di fronte alla tragedia dei cristiani in Iraq non potesse assumere un atteggiamento più deciso come quello dei suoi predecessori o come il suo su altri temi?”

L’opera della Chiesa non si è vista, non è stato dato conforto e aiuto ai tanti cristiani perseguitati, umiliati e incarcerati, si è solamente continuato a cercare un dialogo “senza condizioni e senza precauzioni”. Il Papa non ha risposto all’appello mandatogli da Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan con l’accusa d’aver offeso il profeta dell’Islam, mentre ha scritto personalmente un messaggio di auguri agli islamici che digiunano per il Ramadam, auspicando che esso porti loro “abbondanti frutti spirituali”. Sempre critico con i cattolici, non si contrappone mai alle lobby laiciste sui temi della vita.

C’era (e c’è) bisogno di far accendere una luce per una generazione che è stata gettata nelle tenebre del nichilismo, che non sa più distinguere il Bene dal Male, perché le hanno insegnato che non esistono e che ognuno può fare quello che gli pare. Purtroppo Papa Bergoglio rischia di assecondare questa tragica deriva dicendo anch’egli che “ciascuno ha una sua idea di Bene e di Male” e “noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa essere il Bene".

Per Socci, Bergoglio rischia di essere fuorviante quando prende le distanze dal “proselitismo”, e quando dichiara di non voler convertire i suoi interlocutori.

L’ardore missionario ci è stato testimoniato dai santi e “fare proselitismo” è il comandamento di Gesù ai suoi apostoli. Non si può dimenticare questo precetto evangelico, che indica il vero grande compito della vita, per avere il plauso dei ricchi e potenti salotti snob e anticattolici della Repubblica. Dove tutti ora esultano ritenendo di avere finalmente un “Papa scalfariano”.

Bergoglio, secondo i sui fan più sfegatati, sarebbe un rivoluzionario che intende sovvertire la Chiesa cattolica, eliminando i dogmi della fede, buttando alle ortiche secoli di magistero. Se fosse vero la Chiesa sarebbe alla vigilia di una drammatica esplosione.

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