Meno vincoli e procedure più snelle. Il governo Renzi punta forte sul divorzio breve. E lo fa con due strumenti che scorrono su binari paralleli: da una parte c’è un disegno di legge che si trova attualmente al Senato e che propone di ridurre in maniera consistente i tempi necessari ad ottenere una separazione definitiva fra i coniugi. Dall’altra, però, c’è il decreto giustizia, che ha già introdotto delle novità.

Il Dl 132/2014 è stato varato dall’esecutivo a fine agosto e dal 12 settembre è pubblicato in Gazzetta ufficiale. Fra i vari punti del testo, c’è anche la negoziazione assistita, grazie a cui separarsi sarà più facile, veloce ed economico. Alcuni lo hanno addirittura ribattezzato “divorzio fai da te”: marito e moglie che non vogliono più stare assieme possono rivolgersi ad un avvocato e trovare una soluzione consensuale, senza dove passare necessariamente da un giudice. Il legale mette per iscritto l’accordo raggiunto, lo fa sottoscrivere alle parti in causa e lo trasmette al Comune dove il matrimonio era stato registrato. Ed il “gioco” è fatto. La negoziazione assistita, però, può essere applicata solo ad alcune condizioni: in quelle separazioni dove non ci siano figli minorenni, oppure maggiorenni non indipendenti economicamente, o portatori di handicap. Ovvero la maggioranza delle circa 150mila separazioni e divorzi che si verificano in Italia ogni anno. E per cui, allo stato attuale, tutto resta com’era prima.

Per questo si dovrà attendere l’approvazione del disegno legge per avere novità sostanziali. Il testo prevede un taglio netto dei tempi necessari per presentare la domanda di divorzio. Attualmente, i coniugi devono aspettare che siano passati tre anni di ininterrotta separazione (un eventuale riconciliazione provvisoria, dunque, fa ripartire il conto da zero). Il ddl, invece, consentirebbe di chiedere il divorzio dopo solo sei mesi di separazione in caso di procedura consensuale, dopo un anno in caso di procedura giudiziale. Novità anche per lo scioglimento della comunione legale dei beni, che oggi può avvenire solo dopo che la sentenza di separazione passa in giudicato; in futuro, il regime congiunto potrà essere sciolto nel momento in cui il tribunale autorizzerà i coniugi a vivere separati. La nuova legge dovrebbe essere applicata anche alle pratiche già in corso, che subiranno quindi una significativa accelerazione.

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