Roma

Plastica e forbici, il laboratorio dei rifugiati-artisti del riciclo: borse e collane con i rifiuti e amate dalle star di Hollywood

In un ex deposito Ama, in piazza Caduti della Montagnola, ha sede la "Refugee Scarts". Qui in quindici provenienti da Senegal, Mali e Somalia utilizzano materiali scartati per creare accessori. Tra i loro clienti anche Angelina Jolie, Maryl Streep e Woody Allen

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Sono coloratissime, resistenti e realizzate totalmente con immondizia. Sono le borse fatte a mano dai rifugiati artigiani di "Refugee Scart", il progetto della onlus di Los Angeles "Spiral" che coinvolge quindici rifugiati. Vengono da paesi come Senegal, Mali, Somalia, hanno tra i 20 e i 47 anni, e da tre anni realizzano manufatti d'ogni tipo utilizzando rifiuti  -  per lo più plastica, carta e gomma, da ruote di bici usate  -  che trattano con semplici tecniche per farne borse, portafogli, vasi e tutto ciò che la creatività suggerisce, anche lampade, addobbi natalizi e bicchieri, in vendita a prezzi onesti in qualche negozio e in fiere e mercatini, oltre che su prenotazione.

La storia. Un ferro da stiro, delle forbici e una macchina da cucire, questa l'attrezzatura essenziale del loro laboratorio: quattro stanze concesse dall'Ama nella sede di piazzale dei Caduti della Montagnola. Tutto però è iniziato nel 2011, alla stazione Termini. Qui una volontaria, Marichia Arese, con l'aiuto di padre Giovanni La Manna del centro Astalli, prese il via il primo nucleo di rifugiati artigiani. Il primo manufatto fu un vaso realizzato con pacchetti di patatine fritte. "Da subito  -  spiega Marichia - capimmo che con questa idea era possibile integrare i rifugiati, renderli protagonisti di un progetto, e far del bene alla città, rendendola più pulita".
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In Campidoglio.
In tre anni Refugee Scarts ha fatto tanta strada, le borse sono finite tra le mani di personaggi famosi - da Angelina Jolie a Meryl Streep, da Woody Allen a Leonardo Di Caprio, mentre Ilaria Fendi Venturini acquista le coloratissime "stoffe" in plastica per farne delle borse e Laura Boldrini ordina i loro manufatti per darli agli studenti che visitano la Camera dei Deputati. Ma mercoledì 12 novembre i rifugiati artigiani arriveranno in Campidoglio, con la presentazione del progetto alla città, in un incontro voluto da Estella Marino e Paolo Masini, assessori rispettivamente all'Ambiente e alle Periferie, a cui parteciperà anche lo scrittore Erri De Luca, ispiratore e amico del progetto fin dagli inizi, che ha così descritto l'iniziativa: "Grazie a Refugee Scarts i vuoti a perdere diventano pieni a rendere". "Dopo il patrocinio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati  -  sostengono i volontari  -  è arrivato il momento che le istituzioni comunali si accorgano di noi ed estendano il nostro modello ad altri punti della città". Solo pochi giorni fa hanno consegnato al Ministero dell'Interno un ordine di 19.075 euro in borse blu screziate di giallo. "Guarda  -  spiega Saikou, uno dei rifugiati e coordinatore delle attività  -  questa fantasia la otteniamo sminuzzando i volumi di Pagine Gialle degli anni passati, un sacco di carta che sarebbe andata al macero".

Un modello da imitare.
Il quartiere, nel frattempo, si è accorto dei rifugiati artigiani. Ogni giorno residenti e commercianti della zona portano loro plastica e carta da riutilizzare. "Ci fidiamo, loro di sicuro la riciclano, con l'Ama non sappiamo che fine faccia la nostra immondizia differenziata", spiegano gli abitanti. E in poco tempo il laboratorio di "Refugee Scarts" (acronimo di "Spostamenti coraggiosi aiutando riciclo terra") è diventato anche sostenibile economicamente. Partiti con un investimento della onlus Spiral di 1.500 euro, riciclano circa 250 chili di rifiuti al mese e hanno fatturato, in tre anni circa 250mila euro, che vanno per intero nelle disponibilità dei rifugiati che lavorano al progetto. Ma dall'agosto del 2013 hanno deciso di aiutare chi sta peggio di loro, sostenendo, ogni volta che possono, il poliambulatorio mobile Emergency di Castel Volturno (CE), per un totale, od oggi, di 4.300 euro. "Siamo stati in quelle zone per una vendita in una scuola  -  raccontano  -  e ci siamo resi conto che lì molti nostri connazionali vivono in condizioni molto peggiori delle nostre, così abbiamo deciso di aiutarli tramite Emergency".

La mostra e i laboratori.
Il futuro dei rifugiati artigiani è ricco di impegni. Nelle prossime settimane allestiranno una mostra al Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, con i monumenti di Roma  -  dal Colosseo all'Altare della Patria  -  ricreati in coloratissime sculture alte anche 4-5 metri, realizzate con plastica riciclata. E l'idea che vorrebbero diventasse realtà è un laboratorio creativo aperto a tutti, romani ma soprattutto altri rifugiati, in cui insegnare le loro tecniche "casalinghe" di fai da te: "Così siamo usciti dall'alienazione dei centri d'accoglienza  -  spiegano  -  e potremmo aiutare altri a farlo". E tutti potranno scoprire che con le buste della spesa, una macchina da cucire e un ferro da stiro è possibile realizzarsi una borsa a costo zero.