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Economia

Spending review, Matteo Renzi chiede tagli da 3 miliardi alla Sanità. Contraria Beatrice Lorenzin

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Dopo l'addio di Carlo Cottarelli, tocca a Matteo Renzi decidere sulla spending review. Il governo deve trovare i 20 miliardi necessari alla manovra 2015 e il piano è quello di tagliare il 3% dal budget di ciascun ministero, compresa la Sanità dalla quale il premier vorrebbe prendere 3 miliardi.

Scrive Il Messaggero che l'imperativo del premier, alla ricerca di 20 miliardi con cui riempire la legge di stabilità, confermare il bonus di 80 euro e procedere a una nuova sforbiciata delle tasse sul lavoro a favore delle imprese, è categorico: "Ogni ministro deve portare proposte di tagli pari al 3% del loro budget". Ma l'impresa si annuncia tuttìaltro che semplice. Ad esempio il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, è disposta a offrire il 3% solo riguardo al budget del suo dicastero. Vale a dire: più o meno 40 milioni. Ma non ha alcuna intenzione di sforbiciare il fondo per sanità su cui regge il Patto per la salute, sforbiciata che potrebbe rendere però 3 miliardi. Insomma, si annuncia una sanguinosa battaglia a meno che Renzi e Padoan decidessero di non procedere al "dolorosissimo taglio".

"Nessuno vuole tagliare la sanità, ma nessuno vuole gli sprechi" sottolineano fonti di palazzo Chigi commentando la presa di posizione arrivata questa mattina dalla conferenza delle Regioni che ha stigmatizzato l'ipotesi di effettuare tagli lineari al comparto sanità. Proprio i governatori avevano invitato il Governo a non violare "il patto d'onore" sulla salute e avevano chiesto un confronto con il Governo

Ieri il presidente del Consiglio aveva dato "altri tre giorni di tempo" ai ministri per indicare dove applicare i tagli ai singoli dicasteri. E partono i mugugni. La scuola e le pensioni dovrebbero uscirne indenni. Ecco il piano dei tagli secondo palazzo Chigi, secondo quanto scrive oggi il Messaggero:

Il ministero per lo Sviluppo economico, per esempio, dovrà garantire 400 milioni di risparmio sui 12 miliardi di budget. La Giustizia tra i 250 e i 300 milioni su un rendiconto di 8 miliardi. Anche le infrastrutture oscillano intorno ai 400 milioni, mentre la Difesa dovrebbe essere chiamata a contribuire con 600 milioni. Il ministero del Lavoro di Giuliano Poletti ha un budget di 110 miliardi ma dentro ci sono i trasferimenti alla previdenza e all'assistenza sociale che valgono da soli un centinaio di miliardi. Se però a Poletti fosse applicata la regola del 3% anche il Lavoro dovrebbe concorrere alla causa con più di 3 miliardi. Ma chi dovrà fare lo sforzo maggiore è il ministero dell'Economia: il budget di via XX settembre sfiora i 530 miliardi (...). Anche Padoan dovrà mettere mano al portafoglio per non meno di 6-7 miliardi.

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