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Il Cardinale Scola sul Sinodo dei vescovi: annullamenti matrimoniali per tutti?

Le schermaglie pre-Sinodo dei vescovi hanno preso quota, e in questi ultimi giorni il cavallo di battaglia di quanti si oppongono a cambiamenti nell'accesso dei divorziati risposati alla comunione eucaristica è quello dello snellimento delle procedure per gli annullamenti dei matrimoni. Tra i cardinali venuti allo scoperto nelle ultime ore, il più importante è Angelo Scola, arcivescovo di Milano e teologo di razza, con un articolo su La Stampa, in cui ha auspicato uno "snellimento" dei processi di nullità matrimoniale.

La coalizione contraria al cardinale Kasper e a papa Francesco ha avuto tempo per formarsi e per coordinarsi, anche grazie a libri pubblicati in contemporanea in più lingue - operazione che richiede una strategia precisa. Un'alleanza di cardinali favorevoli alle tesi del cardinale Kasper e di papa Francesco non c'è, o se c'è non è visibile e organizzata come la vecchia guardia. Ma è presto per trarre conclusioni sulle forze in campo.

La cosa interessante è che lo schieramento dei vescovi e cardinali creati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si presenta al Sinodo con il diritto canonico in mano, ovvero con uno strumento tecnico della chiesa cattolica che è importante ma non è il più idoneo ad affrontare la questione di matrimonio e famiglia dal punto di vista della pastorale della misericordia - parola chiave nel lessico di papa Francesco. Basterebbe questo a misurare la distanza siderale che esiste tra il pontificato di Francesco e i cardinali che in maggioranza lo elessero al conclave, il 13 marzo 2013.

Negli ultimi giorni sono usciti e nei prossimi giorni usciranno molti libri, articoli, prefazioni e interviste di prelati circa le soluzioni da dare alla crisi del matrimonio cattolico. È una letteratura che non può essere ignorata dagli esperti, per capire cosa sta succedendo nella chiesa cattolica, nel suo momento di più acuta tensione da 50 anni a questa parte. Ma la domanda che si fa un cattolico laico come il sottoscritto, felicemente sposato e con prole, è se almeno un cardinale o vescovo degli oltre duecento membri del Sinodo ha letto gli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, e specialmente quelle pagine in cui commentava le sentenze dei tribunali ecclesiastici circa gli annullamenti dei matrimoni. L'anima molto cattolica del non cattolico Pasolini notava, tra tutte le cose, che in quel tipo di letteratura giuridico-ecclesiastica era una cosa a essere totalmente assente: l'amore cristiano.

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