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MONDO

Come in un romanzo di Le Carré

Nissan, la fuga dell'ex Ceo Ghosn: via da Tokyo nascosto in una custodia per strumenti

E' in attesa di un processo per appropriazione indebita: "Sono sfuggito a un'ingiustizia e a una persecuzione politica" ha fatto poi sapere dal Libano, dove si è rifugiato. La procura giapponese ha chiesto la revoca della libertà vigilata

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L'ex presidente ed ex amministratore delegato di Nissan-Renault, Carlos Ghosn, è arrivato in Libano dopo aver lasciato il Giappone dove è sotto accusa, tra l'altro, di appropriazione di denaro per uso personale. Lo riferisce la BBC. In una nota, il manager di origini libanesi nato in Brasile, con doppia cittadinanza francese e brasiliana, ha affermato di non essere fuggito dalla giustizia ma di "essere sfuggito a un'ingiustizia e alla persecuzione politica". L'ex Ceo era in attesa di un processo e gli era stato vietato di andare all'estero.

Fuga clamorosa
Cominciano ad emergere ricostruzioni su questa fuga clamorosa. Secondo l'emittente libanese Mtv, che cita fonti ufficiali, Ghosn - che a Tokyo era in libertà vigilata sotto strettissime restrizioni e un costante controllo delle autorità - sarebbe fuggito nascosto in una custodia per strumenti musicali e imbarcato su un aereo privato. L'operazione, prosegue Mtv, sarebbe stata portata a termine da un non meglio precisato 'Para-Military Group', entrato nell'abitazione del manager fingendosi una band musicale chiamata a tenere un concerto di Natale in casa. Al termine della presunta festa, il gruppo sarebbe uscito trasportando i propri strumenti e nascondendo dentro una delle casse Ghosn.   Secondo la stessa fonte, inoltre, Ghosn sarebbe entrato in Libano con un passaporto francese. L'ex manager aveva tuttavia consegnato i suoi tre passaporti agli avvocati giapponesi come garanzia per la libertà vigilata (oltre a una cauzione di circa 12 milioni di euro versata alla giustizia giapponese).

Ghosn nega qualsiasi illecito
 "Ora sono in Libano – si legge in una dichiarazione - e non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario giapponese truccato in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga  e vengono negati i diritti umani di base, in flagrante disprezzo degli obblighi legali del Giappone ai sensi del diritto internazionale e dei trattati che è vincolato a sostenere", si legge in una dichiarazione. L'ex presidente di Nissan è stato arrestato in Giappone nel novembre 2018 e sta affrontando varie accuse di cattiva condotta finanziaria. Dovrebbe affrontare un processo nell'aprile del 2020.

Procura Giappone chiede revoca della libertà vigilata
Il pubblico ministero giapponese ha chiesto alla corte distrettuale di Tokyo la revoca della libertà vigilata di Carlos Ghosn (che non era ai domiciliari come riportato in precedenza) dopo la fuga dell'ex numero uno della Nissan-Renault in Libano. Lo riportano i media giapponesi, spiegando che se il tribunale accoglierà l'istanza, la libertà vigilata sarà annullata e la cauzione di 1,5 miliardi di yen (12,3 milioni di euro) sarà confiscata.

Il manager che affittò Versailles per le nozze
La vicenda di Carlos Ghosn sembra il plot di un romanzo di Le Carré, e sicuramente ispirerà qualche sceneggiatore. Ma, a parte i reati gravissimi di appropriazione indebita e di frode fiscale con il suo ultimo viaggio misterioso a Beirut nonostante gli arresti domiciliari a Tokyo, Ghosn sembra un personaggio da film. Basti ricordare che ha addirittura noleggiato - e pagato con soldi dell'azienda - il castello di Versailles per il suo matrimonio da favola, nell'ottobre del 2016, nonché per il suo 60 esimo compleanno, con tanto di cene preparate da chef stellati, fuochi d'artificio e numeri pirotecnici: in realtà, la festa del 9 marzo 2014 era formalmente una festa aziendale anche se coincideva con suo genetliaco. Sarà stata una coincidenza, visto che la fattura di oltre 600.000 euro è stata pagata dalla società olandese Renault-Nissan BV (RNBV) ma, tra i 200 ospiti chiamati alla "totale discrezione", erano soprattutto parenti di Ghosn e dell'alta società libanese. Non solo. Avrebbe goduto di residenze di lusso a Beirut, Rio de Janeiro e Parigi, acquistate attraverso controllate con sede nei Paesi Bassi e ricevuto, tra le altre cose, un compenso "riservato" di 7,8 milioni di euro da una società olandese comproprietaria di Nissan e Mitsubishi Motors (NMBV) e comprato una lussuosa barca, del costo di 12 milioni di euro, chiamata "Shachou" (pronuncia "shatcho", in giapponese vuol dire "capo").

Suscita sospetti anche il pagamento di emolumenti per 750 mila dollari a una delle sue sorelle, per attività di consulenza all'interno di un "Global Donation Advisory Council" che, secondo Nissan, non è mai esistito. Comunque, l'uomo è generoso: tra le accuse a lui rivolte, c'è anche quella di aver invitato l'anno scorso otto coppie al Carnevale di Rio. A spese di Renault-Nissan, ça va sans dire.

Beirut: ingresso Ghosn regolare
L'ingresso in Libano dell'ex numero uno della Nissan Motor, Carlos Ghosn, è avvenuto in "maniera legale" e pertanto non ci sono elementi che giustifichino l'apertura di un "procedimento giudiziario" contro di lui. Lo ha fatto sapere la Direzione generale della Sicurezza del Libano in una nota citata dall'agenzia di stampa 'Nna'. 

Parigi: non informati della partenza dal Giappone
La Francia non ha avuto alcuna informazione sulla fuga dal Giappone di Ghosn. Lo ha assicurato in una dichiarazione il ministero degli Affari esteri francese, dopo l'arrivo a sorpresa dell'ex ceo di Renault-Nissan a Beirut. "Le autorità francesi hanno appreso dalla stampa dell'arrivo di Carlos Ghosn in Libano. E' stato oggetto di procedimenti giudiziari in Giappone, con misure intese a impedirgli di lasciare il territorio giapponese", ha scritto il ministero in una dichiarazione laconica. "Le autorità francesi non sono state informate della sua partenza dal Giappone e non erano a conoscenza delle circostanze di tale partenza".