Pagare la bolletta elettrica per un anno con uno sconto che per una famiglia media può arrivare fino al 20%. Potrebbe sembrare la «solita» iniziativa di marketing di qualche azienda dell’energia, magari veicolata dal «solito» tambureggiare di chiamate indesiderate su telefono fisso e mobile ad opera di call-center o agenzie private, spesso di affidabilità difficilmente comprovabile o addirittura scarsa. Ma in questo caso non è così: dal primo gennaio questo genere di offerta è sul mercato per la spinta dell’Autorità per l’energia, un’istituzione pubblica che quindi garantisce indirettamente della bontà dell’operazione, anche se per ora il decollo è stentato: a oggi le adesioni sono state poco più di mille.
Mercato libero
Il «pacchetto sconto», se vogliamo definirlo così, ha un nome e un’intenzione precisa. Si chiama «Tutela simile» e ha lo scopo di traghettare verso il mercato libero i consumatori italiani che fino a oggi non hanno ancora scelto di affidarsi a un fornitore privato e sono rimasti in quella che si definisce «Maggior tutela». Ovvero: le loro bollette sono materialmente gestite da aziende private – dall’Enel a qualche ex municipalizzata come A2a o Acea – ma la tariffa elettrica vigente è quella definita ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Prezzi che si sono assai spesso mostrati competitivi con quelli del «mercato libero». Ebbene, per questa ventina di milioni di clienti domestici e piccole imprese l’era della «Maggior tutela» è ormai destinata a scomparire – si dovrebbe partire da giugno 2018 – e la funzione della «tutela simile» studiata dall’Autorità è di aiutare i consumatori ad acquisire il necessario grado «di informazione e consapevolezza» per riuscire a nuotare nel mare delle offerte, che da metà del prossimo anno somiglierà sempre più a quello (un po’ confusionario) della telefonia. In sintesi, la tutela simile è una tipologia di contratto di fornitura di elettricità che dura 12 mesi, si può stipulare solo via web (www.portaletutelasimile.it) e non è rinnovabile. Alla scadenza si potrà scegliere se rimanere con lo stesso fornitore, cambiarlo o rientrare in maggior tutela fin quando sarà possibile. Si basa sul mercato libero, ma le condizioni sono standard, stabilite dall’Autorità per tutti i venditori che si sono mostrati interessati, con il prezzo della Maggior tutela, scontato di un bonus «una tantum» (pubblicato sul sito) che viene applicato nella prima bolletta a scalare.
Le aziende
A quanto ammontano gli sconti? La decisione è stata presa da ogni singola azienda che ha aderito e si è qualificata (sono 28). Così, ad esempio, si va dai 115 euro della francese Engie e dai 106 euro dell’Eni, ai 12 euro di Iren e ai 10 di Sinergas, passando per una serie di posizioni intermedie, tra le quali spicca ovviamente quella dell’«incumbent» Enel, che offre 33 euro. Il paragone con la spesa di una famiglia tipo è presto fatto: con un contatore da 3kw di potenza e 2.700 kwh di consumo annuo si spenderebbe poco più di 500 euro in un anno. L’entità dello sconto risponde anche alle politiche di marketing di ogni azienda. Le prime due e le altre che seguono a ruota hanno evidentemente deciso di essere più «aggressive» per provare a convincere la clientela. Engie vuole crescere in Italia. L’Eni, gigante dell’Oil&Gas, non vanta posizioni di rilievo sul mercato elettrico. E si può forse supporre che l’Enel, situata a metà classifica, nutra particolare fiducia nelle sue capacità di mantenere o attrarre clientela. Supposizioni, appunto. Ciò che è reale è che ad oggi l’offerta migliore, quella di Engie, ha ricevuto 410 adesioni su 100mila disponibilità. Quella dell’Eni 341 su 500mila posti. Diversi sono rimasti a quota zero. Arrivare al «mercato libero» dell’energia elettrica senza choc per i consumatori sarà un’impresa complicata.