L’effetto Darwin è già finito? La morte di un ragazzo di 17 anni e il grave ferimento di un altro studente sotto il crollo di un controsoffitto al liceo scientifico Darwin di Rivoli ha prodotto un gran numero di segnalazioni di dirigenti scolastici, piani e progetti della Provincia che gestisce 160 edifici scolastici e che ha riorganizzato ad hoc i propri servizi di sorveglianza e manutenzione. Guariniello ha messo a sua volta in moto i controlli a tappeto delle Asl ma la questione è che non ci sono i fondi per la sicurezza dei nostri figli a scuola.

Il pm telefona al ministro

Guariniello se l’è sentito ripetere al telefono dal ministro Profumo e ora manda a dire all’intero governo: «C’è un’emergenza nazionale ed è indispensabile che il consiglio dei ministri si renda conto della situazione».

La lezione del Darwin non va assolutamente messa da parte, è il ragionamento del magistrato. Per questo motivo Torino è all’avanguardia nel battere cassa. «Noi non possiamo chiudere gli occhi» scandisce Guariniello con la sua voce che è poco più di un soffio anche quando pronuncia parole durissime. Il ministro Profumo ha risposto a una sua prima lettera e poi ad una telefonata del pm parlandogli dell’enorme debito pubblico dell’Italia.

«Vanno chiusi gli occhi?»

Il magistrato incalza: «Lo dico come paradosso, in tal caso il governo sospenda l’applicazione delle misure di sicurezza nelle scuole. Altrimenti non c’è che una via, senza risorse per metterne gli edifici in regola: chiuderle».

Guariniello pesca dalla memoria delle tragedie sulla sicurezza «i 64 morti dello Statuto». Febbraio 1983, il cinema va a fuoco, l’uscita di sicurezza della galleria chiusa a chiave mentre un fumo nero e tossico uccide uomini e donne, in 29 vengono ritrovati privi di vita ammassati nel corridoietto dei servizi igienici, appesi alla grata della finestra, per respirare.

La lezione dello Statuto

Il pm vi prende spunto per rammentare: «I primi ad essere incriminati furono i membri della commissione di vigilanza presso la prefettura. Che in precedenza era stata criticata, anche attraverso i giornali, per l’eccesso di controlli. La conseguenza fu che vennero allentati. Fui accusato anch’io di voler uccidere la cultura».

L’alternativa è chiudere

«Poi il processo finì in prescrizione: si perse un sacco di tempo in appello per stabilire se l’incendio era stato colposo e doloso, questione irrilevante ai fini della sicurezza e delle responsabilità del gestore del cinema». Ci furono quei 64 poveri morti in una domenica pomeriggio gelata e e nessuno più fiatò contro i controlli.

Il caso Luxemburg

Adesso Guariniello dice: «Ho vissuto male la chiusura, anche se solo per pochi giorni, dell’istituto Luxemburg e del liceo Copernico che ha lasciato a casa 1800 ragazzi. Le doghe dei controsoffitti erano insicure e mi è stato riferito che sarebbe bastato fissarle. È veramente folle trovarsi di fronte alla alternativa secca: o la sicurezza o l’istruzione».

Non si può rimanere in silenzio è il senso dell’allarme di Guariniello mentre mostra il dossier consegnatogli dalla Provincia con l’elenco di un centinaio di interventi richiesti dai dirigenti scolastici. Lo sfoglia e si sofferma sul caso del complesso scolastico di corso Allamano: «Richiesta di ripristino di soletta determinante il crollo di parte del soffitto nella sala proiezioni del liceo Curie. Data 2011. Il locale è stato dichiarato inagibile e l’accesso interdetto. Intervento non effettuato per indisponibilità economica».

«I rischi ci sono»

Il pm: «La soluzione è stata di chiudere. Potrei citare decine di situazioni simili. Uno dei primi articoli del Testo unico sulla sicurezza prevede che agli studenti si facciano corsi di educazione alla sicurezza. Questa norma sta diventando farisaica in un contesto in cui gli edifici scolastici continuino a essere un problema per la presenza di amianto, la mancanza del certificato antincendio.....».

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