Italiani, rivolta contro il digitale terrestre
il ministero: "Risolveremo i problemi"

Secondo l'associazione delle emittenti, l'innovazione ha consentito di passare da poco più di dieci canali gratuiti a oltre cento. A disposizione dei cittadini un numero verde e un sito per fornire assistenza tecnica

ROMA - Il digitale terrestre, sempre più problema, sempre meno rivoluzione. L'inchiesta sul Grande flop della tv con la quale Repubblica ha denunciato i disservizi successivi al passaggio dal sistema analogico al digitale (dtt, ndr), ha scatenato una valanga di segnalazioni da parte dei lettori. In poche ore hanno sfondato quota mille, tra Europei di calcio e Olimpiadi completamente oscurati, canali Rai e Mediaset a singhiozzo, "risintonizzazioni" quotidiane, interferenze, trasmissioni interrotte a causa del maltempo.

Senza parlare di spese sostenute per acquistare decoder inutilizzabili, chiamare antennisti e, in estrema ratio, installare la parabola per vedere la tv via satellite. E non si parla solo di zone geograficamente svantaggiate, ma anche di città come Roma, Venezia, Genova o intere zone come, ad esempio, la costa adriatica.

Il ministero dello Sviluppo Economico continua a sostenere che tutto va bene e alza le mani: "Molti problemi dipendono non da carenza di copertura di segnale  - spiega Eva Spina, coordinatore della task force per il passaggio al dtt - ma dalle condizioni degli impianti riceventi di antenna, obsoleti, privi di manutenzione o realizzati in modo artigianale. Dai monitoraggi effettuati la stragrande maggioranza degli italiani fruisce regolarmente del servizio. Per il problema dei tg regionali, specie nelle zone di confine, si può ricevere il tg della regione vicina (in analogico come in digitale) perché le frequenze non rispettano i confini amministrativi e i cittadini a volte puntano le proprie antenne in direzioni diverse per ricevere altri programmi. In Emilia-Romagna con il passaggio al digitale il numero dei cittadini che vede il tg regionale è aumentato rispetto alla situazione analogica. Comunque, c'è la massima attenzione del ministero a intervenire sulle eventuali problematiche strutturali e ad affiancare i cittadini nella risoluzione delle problematiche".

Il ministero, lo ricordiamo, ha messo a disposizione dei cittadini il numero verde (800.022.000) e un sito per fornire assistenza tecnica. Nel caso in cui il disservizio non venga risolto, il dicastero vigila con un controllo di secondo livello, contattando direttamente l'utente.

"La sostituzione dell'analogico con il digitale terrestre - sottolinea Andrea Ambrogetti, presidente DGTVi, l'associazione per il digitale terrestre che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media e DFree Sportitalia - è stata una decisione imposta dalla Ue agli Stati membri entro il 31 dicembre 2012 e per una volta l'Italia ha anticipato le scadenze situandosi tra i Paesi più virtuosi. L'innovazione digitale ha consentito di passare da un'offerta di poco più di dieci canali nazionali gratuiti a oltre cento. Tanto è vero che, rispetto a prima dello switch off, sono oggi ancora di più gli italiani che seguono la tv e quasi il 20% segue canali nuovi che prima non esistevano".

Però viene da chiedersi: non era meglio, anche in questo caso, arrivare ultimi (come al solito) ma garantire un'infrastruttura valida ed efficiente per tutti?

30 agosto 2012

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