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Nobel a Xiaobo, censura cinese
Pechino blocca internet, tv e sms

Il governo fa muro contro i media che diffondono notizie sul premio attribuito dal comitato norvegese al blogger dissidente. Bloccata la Cnn. In azione filtri sul web di TIZIANO TONIUTTI

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TUTTO il mondo sa del Nobel per la pace a Liu Xiaobo. Tutto il mondo, tranne lui. E qualche milione di cittadini cinesi. Esclusi quelli che hanno potuto vedere su TwitPic, un social network basato su immagini, la polizia arrivare nei pressi della casa di Xiaobo non si sa se per intimidire la moglie o bloccare i sostenitori  e i giornalisti rapidamente radunatisi nei paraggi.

Dalle ore 11, tv muta. Da stamattina, la censura di Pechino ha colpito rapidamente sui media, interrompendo la diretta dell'annuncio del premio da parte della Bbc per due volte, riprendendo dopo una pausa di pochi minuti. Non è la prima volta che la Cina censura le cerimonie dei Nobel e la reazione di Pechino era del resto ampiamente prevedibile. Negli scorsi giorni il ministero degli Esteri cinese aveva già espresso la posizione del governo assolutamente negativa sull'eventuale assegnazione del Nobel a Xiaobo. Anche in serata, Il telegiornale della tv statale CCTV ha aperto sulle inondazioni nell'isola cinese di Hainan.

Sms filtrati. Ma la tv non è l'unico media su cui Pechino interviene: tutti i principali portali di informazione cinesi e i giornali online hanno rimosso articoli e speciali dedicati al Nobel 2010: cercando di raggiungerli, si arriva a pagine completamente bianche. Ma il controllo è addirittura più serrato nell'area di Pechino: gli sms inviati dai cellulari che contengono le parole "Liu Xiaobo" vengono bloccati dagli operatori telefonici, sia scritte in cinese che in inglese.

Internet. Sul web, la situazione non migliora. Pechino ha chiuso l'accesso al sito ufficiale del Nobel e alle dichiarazioni del comitato in merito all'assegnazione del premio a Xiaobo. L'elenco dei siti e dei servizi web bloccati in Cina è lungo e in queste ore Pechino monitorizza attentamente tutte le nuove possibili forme di condivisione di informazioni. Le reti sociali sono naturalmente in cima alla lista: niente Facebook e Twitter per la Repubblica Popolare. Niente video da Vimeo, Ustream e Youtube o siti da Google (sites e blogger), niente notizie via Rss (Feedburner) e immagini da Flickr. E naturalmente, nessun accesso alla Wikipedia internazionale o agli hard disk virtuali condivisi di Dropbox.

Ma almeno per il momento il web riesce a far circolare tra le comunità cinesi nel mondo le notizie su Xiaobo. Sina Weibo, un clone cinese di Twitter, risulta al momento raggiungibile anche da dentro il Paese ma non restituisce risultati su Xiaobo. Lo stesso Twitter, la piattaforma di micro-messaggistica più utilizzata del mondo è inondato dai messaggi su Liu, da tutto il pianeta. La stessa piattaforma fu utilizzata dal Dalai Lama tempo fa, come controffensiva alla censura di Pechino. Stavolta però la Cina nonostante l'incredibile lavoro di repressione tecnologica, sembra soffrire la pressione del mondo esterno. L'abile uso di proxy e reindirizzazioni web da parte degli hacker cinesi riesce, almeno in parte, a bucare la Grande Muraglia elettronica.