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DOPO PARENTOPOLI

Atac, i passeggeri temono
l'aumento del costo dei biglietti

Il costo della corsa potrebbe arrivare a 1.50 €. Per il taglio dei fondi nel 2011 si rischia emergenza pendolari

DOPO PARENTOPOLI

Atac, i passeggeri temono
l'aumento del costo dei biglietti

Il costo della corsa potrebbe arrivare a 1.50 €. Per il taglio dei fondi nel 2011 si rischia emergenza pendolari

Passeggeri in attesa (Ciofani)
Passeggeri in attesa (Ciofani)
ROMA - «Ci vogliono far pagare pure i posti di lavoro regalati agli amici?». Dopo lo scandalo Parentopoli, c'è allarme tra i passeggeri dei bus che ogni giorno attraversano la città. Da tempo, infatti, si rincorrono voci su un prossimo aumento del costo dei biglietti dei mezzi pubblici (autobus, tram e metro). Sulla scia di quanto annunciato in alcune città del Nord (Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna), una corsa potrebbe arrivare a 1,50 euro. «L'aumento potrebbe essere deciso a gennaio, con la definizione del nuovo bilancio 2011 - spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - Ma se ciò avverrà, noi ci opporremo e con noi protesterà buona parte degli utenti costretti a viaggiare su mezzi sporchi e in ritardo. Di certo, sarà difficile per Alemanno spiegare il rincaro del 50% con lo scandalo Parentoli appena scoppiato. Quei cinquanta centesimi in più servono anche a ripianare il deficit creato per offrire posti ai raccomandati della politica».

Un deposito Atac (Ansa)
Un deposito Atac (Ansa)
IL SINDACO RASSICURA -Per ora l'aumento è solo un'ipotesi di lavoro, peraltro smentita in passato dal sindaco Alemanno. «Quel rincaro non ci sarà - ha detto lo scorso giugno - prima dobbiamo migliorare il servizio aumentando le corsie preferenziali». Ma il disavanzo della mobilità capitolina è ormai fuori controllo e qualcosa dovrà pur essere deciso. Dopo la creazione di Atac Spa (il più grande colosso del trasporto pubblico in Italia generato, nel 2008, dalla fusione di Trambus, Metro Spa e Atac) ci sono state circa 850 assunzioni per chiamata direttae il deficit è triplicato: secondo Standard& Poor, Atac Spa chiuderà il bilancio con una perdita di 131 milioni di euro. «Il Campidoglio ha tre strade davanti per ripianare il deficit - aggiune Parlati - tagliare il servizio come ha scelto la Campania, aumentare il costo dei biglietti come stanno facendo al Nord, oppure chiedere ai lavoratori di lavorare di più allungando i turni. Alla fine la scelta sarà dura e contestata. Ribadisco, non sarà facile parlare di sacrifici necessari quando in ballo c'è lo scandalo di Parentopoli».

Pendolari in una stazione (foto Proto)
Pendolari in una stazione (foto Proto)
AUMENTI ANCHE SUI TRENI - Il 2011 rischia di essere l’anno nero anche per i pendolari che viaggiano sui treni. Secondo il Rapporto Pendolaria di Legambiente, il Lazio è (dopo la Lombardia) al secondo posto della classifica nazionale per numero di pendolari: sono oggi 540mila (+35% rispetto ai 400mila del 2008) i viaggiatori che ogni giorno transitano sui 1.150 km delle ferrovie laziali. «Servono più treni e bus per i pendolari - afferma Parlati - e invece ci vogliono propinare servizi ridotti e aumenti delle tariffe». Il governo nazionale ha tagliato quasi la metà dei fondi per i contratti di servizio del trasporto pubblico su ferro e gomma: da 163 a 91,4 milioni (71,6 milioni in meno, ovvero -43,9%). La Regione ha stanziato solo 3,86 milioni di risorse aggiuntive, lo 0,15% del bilancio. «Alla Regione chiediamo di mantenere le promesse e destinare almeno l'1% del bilancio regionale ai pendolari - aggiunge il presidente di Legambiente Lazio-. Nel nuovo orario ferroviario non c'è un treno in più, Cotral e Atac sono al collasso per i debiti, e la Regione sta rinnovando i contratti di servizio senza sapere come si copriranno le spese. Con questo servizio non accetteremo nessun taglio né aumento delle tariffe, i 540mila pendolari del Lazio vivono una situazione di emergenza, servono treni più frequenti e puntuali, investimenti su nuovo materiale rotabile e carrozze più pulite e meno affollate, biglietterie, informazioni».

COMPLETARE L'ANELLO FERROVIARIO - Tra le priorità per migliorare il servizio pubblico, secondo Legambiente, c'è «il nodo di Roma». «Occorre finalmente completare l’anello ferroviario a Nord tra la stazione Nomentana e Tor di Quinto - afferma ancora Parlati - creando tre linee di attraversamento della città, aumentando la possibilità di interscambio nell’area urbana. Va data una risposta alla domanda di trasporto pubblico sempre maggiore nelle aree metropolitane, le ferrovie regionali sono la nuova grande utile opera pubblica del secolo, contro traffico, congestione e inquinamento, tanto più in questo momento in cui è fondamentale ridurre le emissioni di Co2 per battere il riscaldamento globale».

Carlotta De Leo
15 dicembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 COMMENTI COMMENTI

Atac e Metro di Roma : una rete di trasporto indegna di una capitale europea

15.12|17:12

Basta confrontare la metropolitana di Roma con quelle di Parigi , Londra, Berlino o di città europee anche meno grandi e molto meno importanti : abbiamo 2 linee striminzite (unica bella novità è la prossima diramazione B1) . Treni lerci dentro (linea B) e tanto imbrattati all'esterno da essere fotografati dai turisti a Termini o al Colosseo come fossero una attrazione. Le stazioni sono spesso altrettanto fatiscenti, anche se è stata lanciata una operazione decoro finora consistente solo nell'appiccicare avvisi cartacei. La linea C in centro è ancora un miraggio, dopo il taglio di Chiesa Nuova, essendosi finora limitata questa costosissima operazione solo alla sostituzione di un trenino metropolitano (Roma-Pantano). La linea D non si sa nemmeno dove passerà, poichè siamo ancora alla fase del progetto. I ritardi dei bus sono cosa nota, così come il completo abbandono di alcuni capolinea come quello dei minibus elettrici a Piazza del Popolo, lasciati in balia degli umori degli autisti. Lo scandalo delle assunzioni è solo il segno del disinteresse alla gestione e al miglioramento della rete urbana. Un aumento in questo contesto è solo un insulto al buion senso

Il problema non è l'aumento...

15.12|12:41

anche se 1.50 per un biglietto del bus iniza a non essere poco. Il problema è che in genere a fronte di questi aumenti non si vede un conseguente "aumento" della qualità del servizio o se esso c'è è veramente esiguo. Il problema è che aumentare il biglietto è facile, tagliare le spese inutili è spesso molto più difficile e poco conveniente - vedi le varie parentopoli... E così resto alla fermata a San Giovanni, come mi è accaduto due domeniche fa, ad attendere l'81 per oltre mezz'ora ( a rischio di vedermi scadere il biglietto)

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